Storica impresa del Chelsea di Di Matteo che al "Nou Camp", in dieci uomini per l'espulsione di Terry, pareggia 2-2 con il Barcellona e vola verso la finale di Monaco, dove incontrerà la vincente dell'altra semifinale Real Madrid - Bayern. Gli uomini del tecnico italiano, nonostante l'inferiorità numerica, rimontano due gol, con il cuore e con una tattica molto all'italiana che aveva dato i suoi frutti anche nella semifinale di andata giocata a Londra, conclusasi con la vittoria dei "blues"per 1-0. I catalani ad un certo punto, trovandosi in vantaggio di due reti, con un uomo in più, stavano assaporando il gusto della finale, ma la determinazione e l'esperienza della squadra londinese, ha spezzato il sogno di una squadra straordinaria che sembrava destinata a dettar legge per lungo tempo in Europa e nel Mondo. Guardiola per l'occasione lascia fuori Dani Alves e propone Piquè a far coppia con Puyol, Fabregas, Iniesta e Xavi nel mezzo, con il ragazzino Cuenca nel tridente di attacco insieme a Sanchez e Messi. Di Matteo risponde con un finto 4-3-3 che diventa subito un 4-5-1, Drogba resta isolato in avanti, mentre Mata e Ramires si vanno a piazzare in barricata con il resto della squadra. Dopo uno spunto di Messi che conclude sull'esterno della rete, all'11 Cahill si infortuna da solo ed è costretto ad uscire sostituito da Bosingwa. Al 16' attimi di paura per Piquè che dopo uno scontro fortuito con Valdes, rimane immobile a terra per alcuni secondi che dopo il recente episodio della morte di Morosini sembrano interminabili e tengono tutti con il cuore in gola. Il capitano della nazionale spagnola fortunatamente si rialza e riprende a giocare tra gli applausi del pubblico. Poco dopo la mezzora però, il difensore catalano è costretto a lasciare il terreno di gioco ed al suo posto entra Dani Alves. Al 35' i catalani passano in vantaggio con Bosquet splendidamente servito da Cuenca. Il Chelsea accusa immediatamente il colpo e dopo due minuti, Terry contribuisce a complicare ulteriormente le cose con una follia che un giocatore della sua esperienza non dovrebbe commettere. Il capitano dei "blues" colpisce senza apparente motivo il cileno Sanchez con una ginocchiata e l'arbitro non esita a mandarlo a farsi la doccia con notevole anticipo rispetto ai compagni. Gli uomini di Guardiola a questo punto intuiscono di avere la partita in mano e pigiano sull'accelleratore per assestare il colpo di grazia e al 43' raddoppiano con una splendida azione verticale iniziata da Messi e conclusa da Iniesta con un tiro angolatissimo che fredda Cech in uscita. Il gol scatena l'entusiasmo sugli spalti del "Nou Camp" perchè a questo punto, il passaggio alla finale sembra essere soltanto una formalità, ma al 46', per i tifosi catalani arriva una doccia che più che "fredda", definirei "gelata", Lampard dalla tre quarti, inventa una splendida verticalizzazione per Ramires che si infila nella difesa blugrana e fulmina Valdes con un pallonetto. In avvio di ripresa, il Barcellona ha subito un occasione d'oro per ristabilire il doppio vantaggio ed assicurarsi la finale, il direttore di gara concede un rigore per un atterramento di Fabregas ad opera di Drogba, si incarica dell'esecuzione il tre volte Pallone d'Oro Lionel Messi che però sciupa tutto, mandando il pallone a stamparsi sulla traversa. Dopo aver fallito la clamorosa occasione, i catalani non demordono e provano in ogni maniera a sfondare il bunker preparato da Di Matteo, ma gli inglesi si difendono con il coltello tra i denti e per gli spagnoli il compito diventa durissimo. Poco prima dello scadere del secondo tempo, Messi colpisce il palo con una diabolica conclusione dal limite e questo nel calcio è il più classico dei segnali che la giornata non è di quelle giuste, infatti al 91' con il Barcellona ormai riversato nell'area inglese alla ricerca del gol, su un lungo rinvio dei difensori inglesi, Torres tutto solo dal cerchio di centrocampo, si invola verso Valdes, lo salta con una finta e deposita il pallone nella porta sguarnita, ammutolendo il "Nou Camp", 2-2 e Chelsea in paradiso. Impresa che definire storica è poco, con un unica nota stonata, in finale Di Matteo sarà costretto a fare a meno di Terry, Ramires, Ivanovic e Meireles.
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Enzo Miracapillo

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